“Il terreno è tutto, il microbo è nulla”.
Questa frase attribuita a Claude Bernard (1813-1878), fisiologo francese nonché promotore del metodo sperimentale, ci introduce al nostro argomento riguardo la depurazione.
Tuttora dibattuto, ma non ancora superato dall’avverso pensiero che il microbo sia primo autore della malattia, (Teoria dei germi, Louis Pasteur,1822-1895 assieme a Robert Koch,1843-1910) il terreno gioca il ruolo fondamentale sul mantenimento dell’equilibrio vitale .
Il terreno è l’ambiente fisico e chimico in cui la cellula e gli esseri viventi agiscono.
In un terreno ove vi sia adeguata disponibilità di sostanze utili agli scambi cellulari vi sarà la possibilità di esprimere la vita in tutte le sue funzioni, diversamente un terreno sprovvisto di sostanze o peggio ricco di sostanze di scarto e tossiche, produrrà un ostacolo alla vitalità dell’organismo che lo possiede.
Anche il solo metabolismo basale di un essere vivente produce una data quantità di sostanze che vengono normalmente eliminate e recuperate parzialmente , ma il loro accumulo è un potenziale rischio di malattia.
Nell’organismo umano vi sono alcuni organi con specifiche ed elevate capacità filtranti e depurative che sono intestino, reni, fegato, polmoni, e milza.I liquidi che veicolano le sostanze in questione sono pertanto il sangue venoso, la linfa ed il liquor cefalo-rachidiano.
L’azione combinata di questi organi permette una rimozione/eliminazione degli scarti metabolici ed il recupero di sostanze essenziali.
Particolare attenzione va fatta durante i periodi di cambio stagione, dal momento che, specialmente in primavera l’ecosistema si prepara ad una maggiore attività generale, spinta dal prolungarsi dell’irradiazione solare con conseguente maggior disponibilità di alimenti.
In questo periodo l’azione depurativa richiesta è maggiore e spesso le stanchezze si possono ricondurre ad un sistema depurativo non efficiente.
Essendo la depurazione una funzione svolta da molteplici organi, saranno proprio gli stessi a comunicare con segnali caratteristici il loro stato di attività, nella mia pratica osteopatica si possono pertanto valutare non solo i dati obiettivi forniti dagli assistiti(esami sierologici ecc.) , ma anche lo stato propriamente fisico e meccanico degli organi.
Il lavoro di controllo osteopatico consiste nell’ascolto dei piani di movimento ed eventualmente nel ridonare corretta mobilità delle strutture fasciali che governano l’organo.
Saranno valutate densità e mobilità del fegato, detensionamento delle rigidità intestinali , con particolare riguardo ad anse meno mobili e alla struttura principale che avvolge l’intestino e lo collega alla parete retroperitoneale, la radice del mesentere.
Si testa lo scorrimento dei reni sui loro “binari” di movimento e la mobilità ed elasticità di coste e vertebre della gabbia toracica.
Un particolare trattamento si farà al sistema linfatico , (cisterne addominali, orifizi
toracici superiori e milza), in quanto vero e proprio spazzino dell’ambiente extracellulare.Considerando infatti che le sostanze più tossiche sono trasportate dal sistema linfatico, esso permette perciò al torrente ematico (più intimo e dagli equilibri più salvaguardabili ) di conservare il Ph leggermente basico.
L’acidità dei tessuti si origina dall’accumulo di H+ nell’interstizio cellulare, fintantoché la pompa osmotica riesce a con
servare il Ph cellulare quest’ultima funziona con il suo stato ottimale, una volta che la linfa non permette più di sostenere il carico acido la cellula progressivamente andrà incontro a sofferenza ed altererà il proprio metabolismo, rendendo di conseguenza il proprio terreno fertile per altri tipi di processi che permetteranno l’attività di microorganismi, come osservato inizialmente da Pasteur e Koch.
Una particolare attenzione va fatta al fluire del liquido cefalo rachidiano, essendo il liquido corporeo più vicino al cervello ed al sistema nervoso.
Di recente scoperta (2015) è il sistema glinfatico, una particolare commistione tra sistema linfatico e sistema gliare intracranico che decorre lungo i seni venosi meningei.
Tra i trattamenti cranici che offrono maggior efficienza depurativa del ” contenuto” intracranico vi è proprio il drenaggio dei seni venosi, che produce un particolare effetto rigenerativo di energie fisiche e mentali.
L’attenzione alla depurazione pertanto va rivolta sia al sistema di eliminazione delle sostanze, ma egualmente alla produzione eccessiva delle stesse, intervenendo anche sull’introduzione e trasformazione di quest’ultime.
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